Da
di Trieste di lunedì 19 settembre 2016
Successo di partecipanti e pubblico per la quinta cronoscalata lungo i due chilometri di sampietrini di Scala Santa
I 343 indomiti alla conquista dello Zoncolan triestino
Da Roiano a Opicina una vera e propria invasione di ciclisti e podisti di ogni età Iscritti da Genova e Torino per la “Rampigada Santa” dalle pendenze esagerate
di Luca Saviano
«Trieste xe per bici» non è più solo uno slogan, ma una sentenza che è stata emessa nella giornata di ieri dai 343 partecipanti alla quinta edizione della Rampigada Santa, manifestazione organizzata dall'Associazione di promozione sociale Spiz, in collaborazione con il Comune di Trieste e con l’Associazione sportiva Trieste Tropics. Una sentenza che non ammette repliche, dal momento che, come ha più volte ribadito il presidente della Spiz Mauro Vascotto, «se se pol andar su de là a pie e in bici, se pol andar a pie e in bici per tuto». La conquista di Scala Santa da parte di centinaia di persone, salite da Roiano all'Obelisco di corsa o in bicicletta, ha così definitivamente sdoganato la mobilità sostenibile in una città ricca di saliscendi qual è Trieste. Lo Zoncolan dei triestini, del resto, vanta un curriculum con dei numeri da tappa dolomitica del Giro d’Italia, grazie ai suoi duemila metri di lunghezza che conducono fino alle porte di Opicina.
Una strada, quasi interamente lastricata di sampietrini, che ha una pendenza media del 16,2% e che in alcuni punti supera il 21%. Eppure «l’impresa» sembra essere alla portata di tutti. A ribadire questo concetto ci ha pensato Lorenzo Prelec, con il pettorale numero uno. Il quarantunenne triestino, già campione regionale di handbyke, ha raggiunto il traguardo potendo contare solamente sulla forza delle proprie braccia. Disabile da quando aveva solo un anno e mezzo d'età, Prelec ha voluto dimostrare «che la vita non finisce dopo un incidente e che con la forza di volontà si possono conquistare dei traguardi considerati, a torto, irraggiungibili». La straordinaria forza della normalità è stata confermata anche dai più piccoli atleti in gara. I fratelli Mattia e Giorgia Bembi, rispettivamente di quasi sette e cinque anni, si sono difesi benissimo a cospetto degli atleti più maturi. Con qualche primavera in più sulle gambe, invece, il settantunenne Francesco Gobbo ha chiarito ai presenti che «non è mai troppo tardi», al pari dei «meno pici» Guido Giadrossi, Manuela Massimiani e Frances Anderson.
L’eco dell’unicità di questa manifestazione ha raggiunto anche Torino, Genova e Milano, città da dove sono arrivati alcuni partecipanti. Da Cassano d’Adda, comune dell'hinterland milanese, è ritornato a Trieste per la terza volta anche il re della Rampigada Santa. Il quarantaduenne Stefano Fatone ha fatto suo il titolo del più veloce, coprendo l’intero percorso in bicicletta in soli 10’03” e facendo segnare il nuovo record della corsa. Fatone, che nel 2015 ha conquistato la maglia del campione italiano di cronoscalata, si è detto ancora una volta «stupito per la straordinarietà di questa salita e per il calore dimostrato dal pubblico presente». Anche Riccardo Sterni ha frantumato il primato del percorso, correndo a piedi fino all'Obelisco in soli 11’28”. Il portacolori della Trieste Atletica ha voluto in questo modo onorare la memoria del nonno Armando, scomparso di recente. Tra le donne, la miglior podista è risultata Giulia Schillani, in 14’08”, mentre la più veloce in bicicletta è stata Michela Facchin (15’23”). A lei e a Giovanni Bembi è andata anche la Combinata Spiz, che tiene conto della classifica della Olimpiade delle Clanfe, l’altra “creatura” dell’associazione Spiz. Alessandro Lembo e l’inossidabile Facchin hanno primeggiato nel Duathlon Santo, riservato a chi ha scelto di salire Scala Santa una volta a piedi e una in bicicletta nel segno del «volli, sempre volli, fortissimamente volli».
Luca Saviano
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