1ª Rampigada Santa 2012
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La querelle della FIDAL per la 1ª Rampigada Santa 2012 sulla STAMPA...

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Da "IL PICCOLO" di Trieste di giovedì 11 ottobre 2012

2012 10 11 rampigada santa 01 il piccolo WEBLa Fidal “maledice” la Rampigada Santa

De Mori: «Manifestazione non autorizzata dalla federazione di atletica». Le società e molti atleti ora rischiano sanzioni

Cartellino giallo e un avviso perentorio: «alla prossima sei fuori!». Suona più o meno così la missiva che il Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia della Fidal, per mano del suo segretario Franco De Mori, ha inviato a 16 società di atletica leggera triestine e a una goriziana, ree di aver preso parte a una manifestazione, la “Rampigada Santa”, andata in scena senza l’egida della federazione. La lettera, datata 2 ottobre scorso, richiama a una comunicazione del 20 settembre, tre giorni prima, quindi, che si svolga la manifestazione organizzata dall’Associazione Spiz, che ha visto 230 persone, fra ciclisti e podisti, affrontare l’erta che dal rione di Roiano conduce all’Obelisco. Prima dell’evento in questione, la Fidal diffidava i suoi tesserati dal prendervi parte. A giochi fatti, invece, il tono della comunicazione è risultato decisamente più perentorio, lasciando presagire il ricorso a provvedimenti disciplinari. De Mori cita le norme federali che, all’articolo 1.8, indicano che «i tesserati Fidal non possono partecipare a gare non autorizzate dalla Fidal. Qualora ciò accada, essi si assumono la diretta e personale responsabilità in merito alleconseguenze degli eventuali infortuni accaduti e non sono tutelati dalla copertura assicurativa federale e tale inadempienza verrà inoltre segnalata agli organi di giustizia».
«Se solo volessimo – rincara la dose De Mori – potremmo fare intervenire sul luogo della gara le forze dell’ordine». Una presa di posizione netta, quella del segretario regionale Fidal, che richiede ai legali rappresentanti delle società in questione, di “fornire inderogabilmente entro e non oltre il 10 ottobre le motivazioni e le eventuali giustificazioni in merito”, pena il deferimento. Il signor Mario Rossi, in quanto tesserato Fidal, non è quindi libero di partecipare a una gara locale, se la stessa non trova riparo sotto l’ombrello della federazione? Evidentemente no. «Il regolamento parla chiaro», assicura De Mori. Unasocietà, se affiliata Fidal, per organizzare una competizione podistica deve corrispondere 270 euro di tassa gara, più 1 euro per ogni atleta arrivato al traguardo. Appare chiaro, quindi, che un sodalizio la cui finalità principale non è quella di far correre la gente, tenda a voler risparmiare tale cifra, mentre appare altrettanto chiaro che la Fidal interpreti questo comportamento come una sorta di concorrenza.Macosa dicono le società interessate dalla missiva? In una riunione dello “S.p.o.r.t.”, il comitato che riunisce i sei sodalizi che organizzano il Trofeo Provincia di Trieste, è emerso come queste norme nei fatti non siano facilmente applicabili. Carlo Irace, presidente del Tram de Opcina, si arrende a un’evidenza: «non possiamo controllare le iniziative di ognuno dei nostri 150 tesserati». Irace rimanda a una responsabilità di tipo personale, rispetto alla quale Giacomo Licen Porro non si tira certo indietro: «Non trovo corretta questa posizione federale, ma mi assumo le conseguenze per aver preso parte, come libero cittadino, a una manifestazione che si collocava all’interno della Settimana europea per la mobilità sostenibile».
Luca Saviano

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Da "IL PICCOLO" di Trieste di sabato 13 ottobre 2012

2012 10 13 rampigada santa 01 il piccolo WEBIl Coni difende la “Rampigada Santa”

Il presidente del comitato regionale Felluga critico sulla “scomunica” della Fidal a club e atleti: «Era più una festa che una gara»

Che la “Rampigada Santa” fosse una manifestazione fisicamente molto impegnativa, era cosa nota a tutti i partecipanti. Che le scorie di quella fatica, invece, siano rimaste ancora all’interno del mondo podistico triestino, a tre settimane dall’evento, ha colto tutti di sorpresa. Effetto della scomunica della Fidal regionale che, per mano del suo segretario Franco De Mori, ha voluto punire 16 società di atletica triestine e una goriziana, per non aver attentamente vigilato sui propri atleti. A rischiare il deferimento agli organi di giustizia federale, in realtà, dovrebbero essere solo i podisti che, pur essendo tesserati Fidal, hanno preso parte a una manifestazione competitiva organizzata da un’associazione, la Spiz, che non ha ricorso all’egida della Federazione di atletica leggera, in quanto non vi è affiliata. I veleni, dopo la notizia della diffida pubblicata dal Piccolo, sono iniziati a correre sul web, specialmente attraverso i social network. Il risultato di questo tam tam mediatico è stato una profonda spaccatura, con la Fidal, da una parte, decisamente isolata, e il popolo dei “santi rampigadori”, dall’altra, offesi per l’inaspettata fatwa, interpretata come una limitazione alla libertà personale, giustificata da cavilli burocratici obsoleti, al solo fine di fare cassa e di difendere una posizione di privilegio. I vertici della Spiz, comprensibilmente, non vogliono entrare nella querelle, considerandola un affaire interno al mondo dell’atletica. C’è la volontà, evidentemente, di preservare l’associazione da beghe che non hanno nulla a che vedere con le finalità di promozione sociale proprie del sodalizio triestino. Non si tira indietro, invece, Emilio Felluga, presidente del Comitato regionale del Coni, l’organizzazione che, attraverso le federazioni nazionali, si occupa di curare l’organizzazione e il potenziamento dello sport italiano. «Sinceramente – spiega Felluga – non capisco la posizione della Fidal. L’associazione che ha organizzato la manifestazione in questione fa parte di un ente di promozione sportiva. La “Rampigada Santa” assomiglia più a una festa che a una gara e anche la classifica finale dell’evento assume un valore relativo, che non è assolutamente rilevante rispetto alla buona riuscita dell’iniziativa». Lo stesso Felluga, infine, fa un chiaro richiamo alla libertà personale, sostenendo che «se si vuole fare una gara di corsa con i propri condomini, non si sarà mica costretti a interpellare la Federazione di atletica leggera?». Chi prova a pacificare la situazione è Graziano Ferlora, presidente dell’Evinrude, società che, oltre all’Euromarathon, mette in piedi diverse manifestazioni podistiche su tutto il territorio triestino. «Da organizzatore – precisa Ferlora – non posso che complimentarmi con la Spiz per il successo ottenuto dalla “Rampigada Santa”, che si è rivelata una bellissima manifestazione. Il messaggio che voglio lanciare, però, è quello di cogliere questa occasione per intavolare una serena discussione con la Fidal, dal momento che le regole ci sono e vanno rispettate. In tal senso sono disponibile a offrire il supporto del nostro sodalizio per far sì che, già dalla prossima edizione, non vi siano ulteriori strascichi polemici».
Luca Saviano

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