Da IL PICCOLO di Trieste di lunedì 2 agosto 2010
L'evento - Successo e risate nella kermesse
È Giovanni Gamboz il re delle “clanfe”
Nella gara di tuffi femminile ha invece prevalso la "bomba" di Stefania Volpe
Si chiama Giovanni Gamboz, 23 anni, categoria «Muli», ed è il Re delle Clanfe 2010, il vincitore assoluto della Olimpiade più estemporanea di Trieste e dintorni, quella che scompone il tuffo a mare da 3 metri tra sketch, destrezza e molto spirito.
Giovanni Gamboz, specialista della «Bomba», ha messo in riga oltre un centinaio di concorrenti accorsi sabato pomeriggio alla manifestazione promossa dalla Associazione Spiz all’interno dello Stabilimento «Ausonia», divenuto oramai il tempio della surreale goliardata estiva.
Con il Re esiste anche la Regina, giovanissima tra l’altro, Stefania Volpe, 17enne senza paura, trionfatrice anche lei sulle ali della «Bomba», una delle tre specialità, forse la più ruspante, che correda l’Olimpiade assieme ai generi «Kamikaze» e «Clanfe».
È stata probabilmente l’edizione (la terza per gli annali) della consacrazione, della messa in scena munita di maggior calore, come testimoniato dalla imprevedibile lunga fila di attesa registrata dalle prime ore del pomeriggio all'ingresso dello stabilimento. Vincono tutti in fondo, anche chi, in tema di tuffi, ne sforna di imbarazzanti.
Chiedere a Katia Zini, 35 anni, premiata con la «Clanfa di legno», una sorta di maglia nera che non indica vergogna, anzi, ma che rafforza uno dei significati cardine della iniziativa. Ultima della classifica ma a modo suo vera reginetta in chiave di spirito e partecipazione al circo estivo triestino.
A proposito di circo. L’Olimpiade delle Clanfe è in fondo anche questo. Una tendenza ribadita sul campo, senza nemmeno troppi freni nel colore. Tra le placide bizzarrie del caso, il siparietto fornito dal duo Armando Otti e Luigi Fiano, il primo travestito da cuoco, l’altro, suo futuro genero, nei panni di un improbabile astice da catturare in volo, prima dell’ammaraggio al cospetto della giuria.
Richiede del coraggio l’arte del tuffo ma la sana incoscienza è stata tutta di Matteo Tollon da Udine, presentatosi all'appuntamento di sabato avvolto dalla sciarpa dell’Udinese, gesto magari apprezzato in termini di temerarietà (da pochi) ma che ha già suggerito allo staff della Asso Spiz di allestire un team triestino per l’imminente gara del frico, in programma in Friuli: «Penso che la formula della manifestazione sia ben collaudata e soprattutto apprezzata dal pubblico - ha sottolineato Mauro Vascotto, anima delle Olimpiadi delle Clanfe - ci riesce difficile pensare qualcosa che possa perfezionare il tutto, senza per questo limitare il divertimento, la spontaneità e lo spirito che accompagna la giornata. Deve restare una festa per tutti - ha ribadito il vertice della Associazione Spiz - un momento dove chiunque possa stare bene, anche dopo il clima delle gare di tuffi».
Si lavorerà in tal senso, pare, coniugando solo il colore e dando maggior spazio anche a siparietti collaterali, magari legati alla nuove tendenze della comicità locale, come nel caso di Maxino, gettonato artista delle parodie, in dialetto e non, la «guest-star» di sabato sera al termine della terza edizione della Olimpiade.
Tra molto colore, anche un momento diverso. Il ricordo di Lelio Luttazzi, attraverso le note del brano «El can de Trieste», ha accompagnato la breve cerimonia di apertura dei «Giochi». Un piccolo tributo, ma grande segnale, indicano gli organizzatori, riguardo i tentativi di recupero del «morbin» triestino, oramai raro. Quasi come una Clanfa a regola d’arte.
Francesco Cardella
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