Da "IL PICCOLO" di Trieste di sabato 13 ottobre 2012
Il Coni difende la “Rampigada Santa”
Il presidente del comitato regionale Felluga critico sulla “scomunica” della Fidal a club e atleti: «Era più una festa che una gara»
Che la “Rampigada Santa” fosse una manifestazione fisicamente molto impegnativa, era cosa nota a tutti i partecipanti. Che le scorie di quella fatica, invece, siano rimaste ancora all’interno del mondo podistico triestino, a tre settimane dall’evento, ha colto tutti di sorpresa. Effetto della scomunica della Fidal regionale che, per mano del suo segretario Franco De Mori, ha voluto punire 16 società di atletica triestine e una goriziana, per non aver attentamente vigilato sui propri atleti. A rischiare il deferimento agli organi di giustizia federale, in realtà, dovrebbero essere solo i podisti che, pur essendo tesserati Fidal, hanno preso parte a una manifestazione competitiva organizzata da un’associazione, la Spiz, che non ha ricorso all’egida della Federazione di atletica leggera, in quanto non vi è affiliata. I veleni, dopo la notizia della diffida pubblicata dal Piccolo, sono iniziati a correre sul web, specialmente attraverso i social network. Il risultato di questo tam tam mediatico è stato una profonda spaccatura, con la Fidal, da una parte, decisamente isolata, e il popolo dei “santi rampigadori”, dall’altra, offesi per l’inaspettata fatwa, interpretata come una limitazione alla libertà personale, giustificata da cavilli burocratici obsoleti, al solo fine di fare cassa e di difendere una posizione di privilegio. I vertici della Spiz, comprensibilmente, non vogliono entrare nella querelle, considerandola un affaire interno al mondo dell’atletica. C’è la volontà, evidentemente, di preservare l’associazione da beghe che non hanno nulla a che vedere con le finalità di promozione sociale proprie del sodalizio triestino. Non si tira indietro, invece, Emilio Felluga, presidente del Comitato regionale del Coni, l’organizzazione che, attraverso le federazioni nazionali, si occupa di curare l’organizzazione e il potenziamento dello sport italiano. «Sinceramente – spiega Felluga – non capisco la posizione della Fidal. L’associazione che ha organizzato la manifestazione in questione fa parte di un ente di promozione sportiva. La “Rampigada Santa” assomiglia più a una festa che a una gara e anche la classifica finale dell’evento assume un valore relativo, che non è assolutamente rilevante rispetto alla buona riuscita dell’iniziativa». Lo stesso Felluga, infine, fa un chiaro richiamo alla libertà personale, sostenendo che «se si vuole fare una gara di corsa con i propri condomini, non si sarà mica costretti a interpellare la Federazione di atletica leggera?». Chi prova a pacificare la situazione è Graziano Ferlora, presidente dell’Evinrude, società che, oltre all’Euromarathon, mette in piedi diverse manifestazioni podistiche su tutto il territorio triestino. «Da organizzatore – precisa Ferlora – non posso che complimentarmi con la Spiz per il successo ottenuto dalla “Rampigada Santa”, che si è rivelata una bellissima manifestazione. Il messaggio che voglio lanciare, però, è quello di cogliere questa occasione per intavolare una serena discussione con la Fidal, dal momento che le regole ci sono e vanno rispettate. In tal senso sono disponibile a offrire il supporto del nostro sodalizio per far sì che, già dalla prossima edizione, non vi siano ulteriori strascichi polemici».
Luca Saviano
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