Da
di Trieste di domenica 7 giugno 2015
Il bike pride
I ciclisti dicono sì alla chiusura
ma chiedono un percorso per bici
di Ugo Salvini
In bici. In tanti, più di un centinaio. Nel cuore di quella via Mazzini, parzialmente chiusa al traffico da qualche settimana e che per questo tante polemiche sta suscitando, dividendo i triestini in due fronti. Da un parte coloro che vedono la pedonalizzazione come un toccasana, dall'altra quelli che giudicano il provvedimento un'inutile forzatura.
A onor del vero, sono questi ultimi la grande maggioranza, almeno stando al referendum promosso dal “Piccolo”, che ha fatto registrare un rapporto di circa due terzi “contro” e un terzo “pro”.
Ieri sera, per sottolineare la loro adesione al progetto di pedonalizzazione, un notevole numero di ciclisti di tutte le età e “tipologie”, dai semplici amatori e appassionati a coloro che la bici la usano come strumento di allenamento, appartenenti a numerose associazioni, capitanate in questo caso dalla Fiab Trieste Ulisse, hanno aderito al “Bike pride #viaMazziniCiclabile”.
La manifestazione aveva come obiettivo di chiedere che “lungo tutta via Mazzini si realizzi un percorso ciclabile continuo, sicuro e riconoscibile”. La parola d'ordine, che ha caratterizzato la pedalata, che ha portato i partecipanti da via Mazzini lungo un percorso di circa 5 chilometri per le vie del centro, è stata “Noi siamo il traffico”.
«Con il nostro gesto - ha detto Federico Zadnich, coordinatore per Trieste della Fiab Ulisse - vogliamo ricordare che le biciclette sono un mezzo di trasporto veloce, comodo sostenibile per muoversi in ambito urbano e consentono al contempo di socializzare, vivendo la città e vedendola con uno sguardo diverso. Ora tocca a Trieste - ha sottolineato - riconoscere e garantire alle bici sicurezza e dignità di mezzo di uso quotidiano. Scopo di questa “Bike Pride” - ha precisato Zadnich - è sostenere la sperimentazione della pedonalizzazione in via Mazzini, e di richiedere, allo stesso tempo, che lungo tutta questa via sia creato, come previsto dal Piano del traffico, un percorso riservato e riconoscibile, con una diramazione che permetta di raggiungere, in bici, viale XX Settembre lungo la direttrice di via Imbriani».
Fiab Ulisse chiede anche che sia concesso ai ciclisti di transitare nelle corsie riservate ai bus nella parte bassa di via Mazzini. «Su questo punto - ha replicato l’assessore Marchigiani - esiste già un fermo no della Trieste trasporti. Per il resto siamo d’accordo, sempre ricordando però - ha aggiunto - che la precedenza nelle isole pedonali va ai pedoni, in particolare ai soggetti deboli. Una corsia per le bici si può segnare e sarebbe la prima volta a Trieste - ha concluso -. Una pista ciclabile è altra cosa e non può convivere con un’area pedonalizzata».
All'iniziativa hanno dato la loro adesione Legambiente, Viaggiare slow, la Consulta giovani di Muggia, Senza confini - Brez Meja, Spiz , Mathitech, Bikeways, Arci Trieste, Ursus Fxd, Wwf e Uisp di Trieste.
Ugo Salvini
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