Da "IL PICCOLO" di Trieste di martedì 25 settembre 2012
Tra fatica e sorrisi Scala Santa diventa il Gp della montagna
Un successone la prima edizione della “Rampigada” scontato il bis nel 2013 con la benedizione dei residenti
TRIESTE
Sono riusciti nell’intento di trasformare Scala Santa in una tappa dolomitica, seppur in versione miniaturizzata: stesso calore e colore da parte del pubblico assiepato ai bordi della strada in pavè che conduce all’Obelisco e, soprattutto, stesse percentuali di pendenza da affrontare per raggiungere il traguardo, in sella a una bicicletta o potendo contare solamente sulle proprie gambe. Per l’Associazione Spiz, a poche ore dalla chiusura della manifestazione, è arrivato il momento di tracciare un bilancio della prima “Rampigada Santa”, ben consapevoli che «sarà impossibile non organizzare una seconda edizione», come richiesto a gran voce da tutti i partecipanti, evidentemente soddisfatti dello sforzo appena portato a termine. Le parole di Mauro Vascotto, presidente del sodalizio ideatore della kermesse sportiva, non lasciano spazio ad alcun dubbio: «È stata una faticaccia – commenta al termine delle premiazioni – che, però, ci ha regalato delle enormi soddisfazioni, al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Tutto è andato per il meglio e gli stessi partecipanti ci hanno sollecitato a proseguire su questa strada». Una strada in salita, evidentemente, visto che la formula di gara che ha conquistato i presenti è stata quella dei 2km lanciati verso l’altipiano carsico, con una prima parte inserita in un rione popolare e una seconda parte circondata dal verde e da un panorama particolarmente suggestivo. La risposta dei residenti, oltretutto, è stata improntata alla massima collaborazione e più di qualcuno si è detto disposto a lavorare a fianco dell’organizzazione già a partire dal prossimoanno. Il signor Ferfoglia, in realtà, già in questa prima edizione non si è limitato a godersi la “Rampigada” dalla finestra della sua abitazione. Cogliendo di sorpresa gli stessi organizzatori, infatti, ha addobbato il tracciato connumerose bandiere che hanno contribuito a realizzare un’atmosfera festosa. Qualcuno, addirittura, si è sbilanciato nell’affermare che «da adesso Scala Santa non sarà più la stessa». «La nostra missione – conclude Vascotto sorridendo – è di produrre uno scarto culturale in avanti, per far sì che questa città si renda conto delle grandi potenzialità di cui dispone».
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