Da di Trieste di domenica 31 luglio 2016
La clanfa si fa in bici, un trionfo per Giovanni
Virginia Santo si impone tra le donne, insidiata da Mary Poppins. Il trofeo di legno appannaggio di Pietro Sessolo
di Francesco Cardella
Metti una delle giornate più afose della stagione, un palco concepito idealmente su un trampolino e oltre 200 estemporanei interpreti del "morbin", riflessione tutta triestina dell'esteso concetto di allegra stravaganza. La nona edizione delle Olimpiadi delle Clanfe conferma la vena, accentua il colore e amplia persino l'attenzione rivolta al sociale. Tutto questo nell'arco del pomeriggio di ieri allo stabilimento Ausonia, arena galleggiante della manifestazione ideata dall'Associazione Spiz, il festival che traduce la disarmonia, anzi, la voluta ineleganza di un tuffo molesto in un affresco di goliardia, in una onda anomala di colore dialettale.
Molte donne, gruppi di adolescenti e un tocco di rappresentanza straniera, costituita dall'arrivo di quattro olandesi, rivelatisi più o meno volanti. Olimpiadi dunque ma qui le squadre si trasformano in "clape" e il doping si consuma liberamente al bar dello stabilimento, soprattutto a dosi di spritz bianco, bevanda quasi ufficiale dell'agone che prova a travestirsi ogni anno di più da lettura estiva del carnevale. Tesi per altro ribadita dal battesimo tra gli iscritti anche di Mario Vascotto, il presidente del Carnevale di Muggia, incappato poi nello stress da prestazione ma ugualmente testimone di un sigillo di alleanza.
Ricorrere alle maschere quindi è una sorta di obbligo alle Olimpiadi delle Clanfe, chiedere ad esempio al gruppo veneto, vincitore del Premio Morbin, approdato sul trampolino dell'Ausonia rievocando i Kiss, la storica band di hard rock che negli anni '80 fece del trucco e parrucco il suo marchio di fabbrica. In tema di maschere e costumi, qualcuno ha voluto fare in qualche modo il verso proprio alle Olimpiadi, quelle vere, attese a breve allo scenario di Rio. A inscenare la parodia olimpica ci ha pensato il clan targato Ricre-Olimpiadi, formato da una trentina di ragazzi dagli 8 ai 16 anni e appartenenti alle sedi dei ricreatori comunali "Pitteri", "Nordio", "De Amicis" e "Stuparic", tutti abbigliati con le divise delle discipline che albergano sotto i cinque cerchi.
Il grande assente? Il neo sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, auspicato all'Ausonia per pareggiare i conti in chiave goliardica con l'uscente Cosolini ma ieri impegnato sul trampolino nuziale. Appuntamento solo rimandato, assicurano gli organizzatori. Una festa si, ma con classifiche e podio. Il premio più ambito resta nel complesso "La Clanfa di Legno", il peggio del peggio, la maglia nera, quello capace di incantare per il coefficiente di perplessità. A vincerla Pietro Sessolo. Il Premio Spiz è andato a Marisa Marchesi, travestita da Mary Poppins. Gli olimpionici? La Regina 2016 è Virginia Santo, il Re Giovanni Bembi, apparso sul trampolino in sella ad una bicicletta.
Da Ndaye un tuffo per attaccarsi alla vita
Fondi per libri con “Azzecca Conchiglie”
È apparsa vestita con un karategi (vulgo kimono da karate) decisa ad esprimere il suo attaccamento alla vita anche con un volo da un trampolino. Lei è Ndaye Tall, 14 anni, senegalese residente a Trieste. Da anni combatte le battaglie contro una patologia cardiaca, quasi del tutto debellata con le cure al "Bambin Gesù" di Roma. Ieri ha gareggiato con il clan targato RicreOlimpiadi, con un tuffo passionale. A modo suo vincente.
Il sociale abita da sempre il circo delle Clanfe. Quest'anno la sigla in lizza è stata l'Associazione di Volontariato Trieste Solidale Onlus, realtà impegnata ieri nella "Azzecca Conchiglie", gara con cui è stata articolata una raccolta fondi per l'acquisto di audio-libri, materiale destinato per l'occasione ai degenti ospedalieri alle prese con difficoltà nella lettura.
È un duro compito valutare il “morbin”
Ma qualcuno deve farlo
di Micol Brusaferro
È stata Barbara Urizzi, dj e voce di Radio Capodistria, a ricoprire quest’anno il ruolo di giurata del morbin. Suo il compito di valutare esclusivamente questo aspetto, quanta originalità insomma le persone portassero in gara, tra siparietti coloriti o travestimenti curiosi. «Esperienza davvero divertente – commenta – mi è piaciuta molto la Marisa Poppins e poi il gruppo dei Kiss, ma anche chi si è vestito da Mauro Vascotto (presentatore e colonna portante di Spiz ndr). Non ho dato moltissimi cinque, il voto più alto, ma chi l’ha ricevuto ha davvero messo in campo tanta fantasia». Per la prima volta ha visto lanciarsi in acqua uomini con parrucche, bikini, abiti e addirittura tacchi e calze a rete, e poi pirati, madrenatura in versione maschile e chef con tanto di vassoio. «Anche se non hanno presentato scenette – aggiunge – ho apprezzato anche la famiglia che è arrivata dall'Olanda per tuffarsi, hanno colto a pieno lo spirito dell’evento, che è organizzato benissimo e sta crescendo ogni anno». Molti anche i partecipanti giunti da altre città, attirati dalla competizione goliardica.
«Un concorrente veniva dal sud, non sapeva cosa fosse il morbin – spiega Barbara – gli ho spiegato questa vena ironica che purtroppo lui non ha colto, ottenendo 1 come voto. Almeno non se l’è presa, magari il prossimo anno si ingegnerà con qualche simpatico trucco».
Lo “spirito” giusto è dei Kiss padovani
Loro il prestigioso Premio Morbin. Consensi per i Ciao Darwin e i Siicome Toio
di Lilli Goriup
Il premio morbin, l'intraducibile brio triestino, è uno dei più ambiti dell'olimpiade. Triestine e triestini si prodigano per trovare il travestimento adatto ad affrontare il trampolino di lancio, e i risultati trasformano l'Ausonia in un carnevale di Rio, goliardico e fuori stagione rispetto a quello cui siamo abituati in inverno. Lo staff del buffet Valentin - 26 atleti in tutto - regala grandi emozioni. Il motto è "Cul-in-aria triestina", che combina l'arte propria del buffet e quella propria delle clanfe.
Un picio, probabile futura boba, sparge delle cipolle in acqua prima del tuffo, e rimane aggrappato al trampolino come un pipistrello. Riccardo Lepore, medaglia d'oro dell'anno scorso, dichiara: «Niente false modestie, puntiamo al morbin», stringendo in mano un vassoio di calamari fritti. Andrea ed Emiliano Saksida danno in diretta una prova di cul-in-aria, con una performance di body painting che lascia loro la scritta "Civa" sulle natiche.
Un'intera famiglia propone una versione di "Ciao Darwin" maggiorata - in tutti i sensi -, con due Madri Natura, Mauri Vacca e Davide Benci. A condurre Paolo Bonolis, in arte Alessio Benci, re dele clanfe 2013, che racconta: «Son tropo felice de far ste robe tuti insieme, gavemo un bel raporto; morbin e famiglia, insomma - continua -! Nel 2013 iero vestì de mona, no son andà tanto lontan». Tutti i loro tuffi sono dedicati al nonno Angelino. Il gruppo "Sii come Toio" s'ispira alla parodia tutta triestina del fenomeno social "Sii come Bill". I membri del gruppo sono Daniel Zotti, Mario Tutone, alias Toio, Daniele Bucci, Francesco Natali e Davide Bucci. Il loro motto? "Sii come Toio, tira un clanfin!".
Giovanni Bembi nel giro di pochi secondi si fa un selfie sul trampolino di lancio, inforca una bicicletta e si tuffa pedalando. Dice Giovanni: «Dedico ala rampigada santa el mio tufo - continua - menomal che xè quei de Spiz a organizar 'ste robe perché mi me sento carigo de morbin»".
Per l'occasione anche il pedocin, il bagno di asburgica memoria, si trasferisce all'Ausonia, con tanto di obliteratrice e muro. Sandro Capilla, l'ideatore, racconta: «Non mi hanno permesso di iscrivermi alla categoria "babe" ma non importa, perché almeno, se mi chiedono il sesso, posso rispondere: "mato!». C'è Paolo Sassetti, lo sciatore fritz in tuta da montagna che si tuffa con tanto di sci. C'è il monsignor Edoardo "Edi" Antolini, che perde la papalina in acqua. C'è Alessio Crisman, vestito da donna, che ricorda: «L'anno scorso ero l'omo vespa e quello prima ancora un paiazo». Alessio è in compagnia della nonna Mirella, che dichiara: «Mio nipote, xe belisimo» - e ne loda il tuffo.
A vincere il premio morbin è tuttavia una rock band foresta, i Kiss: «Siamo veneti, di Padova - spiega il leader, Marco Zorzi -; ho scoperto dell'esistenza delle clanfe curiosando su internet e quindi mi sono trasferito a Trieste tre anni fa con il resto del gruppo - continua -. L'anno scorso ho vinto la medaglia d'argento». Alessandro Castello aggiunge: «Non sono un esperto di esecuzione tecnica dei tuffi ma in morbin ho preso il massimo del punteggio». Se non hanno morbin i (Padovan) Kiss, d'altronde.
E dal trampolino Nicolò vede la Carnia
Sterpin dopo gli Ufo ora punta al tram
Davide el “sonà” ricorda i Maiden
Nicolò Giraldi, celebre mulòn, dichiara: «È il terzo anno che partecipo alle clanfe. Ci sono arrivato tardi ma devo ammettere che è una figata, una manifestazione autenticamente popolare; l'identità triestina si gioca qui, e non è solo una questione di bobe». Nicolò si tuffa vestito da montagna, con tanto di scarponi da trekking: «Sono già lanciato verso il viaggio che farò ad ottobre, sulle orme dei Carnici - spiega -. La migrazione dalla Val di Gorto ha una storia di secoli, tanto che in Istria si trovano tuttora cognomi carnici».
Claudio Sterpin, 77 anni, è l'atleta più anziano dell'olimpiade e tuttavia non è iscritto nella categoria vece bobe: «Il mio tuffo prevede una capriola all'indietro - spiega - che corrisponde a un coefficiente di difficoltà superiore a 2. Questo, secondo regolamento, mi rende parte della categoria Ufo». Il motto di Claudio? «Ghe xè omini, mezi omini e cazi boboli». Claudio, carigo de morbin, ha già in mente la prossima olimpiade: «Potrei rispolverare la mia divisa da tranviere, che risale ai tempi in cui c'era ancora il filobus in città».
Davide Bastianella, nagana mujesana con tanto di tatuaggi e catena con ciondolo, indossa per le clanfe la maglietta della sua squadra: «Son Bastianella 31, xè un marchio registrà». Il suo soprannome, "fussballgot", è ripreso da Schweinsteiger. La squadra di Davide è non a caso quella che ha di recente sfidato a calcio gli Iron Maiden sul campo di Domio: «Go 42 anni e son completamente sonà - conclude -; scherzo,ma el morbin conta più de tuto».
Manna: «Sull’Ursus la decima edizione»
di Micol Brusaferro
«Il prossimo anno, per la decima edizione delle Olimpiadi de le Clanfe vogliamo andare in Porto Vecchio e utilizzare l’Ursus come trampolino per la gara ». E’ l’annuncio di Diego Manna, una delle anime di Spiz, la realtà che organizza l’evento. «Sarà un anniversario speciale, perché non puntare in alto?».
«Aggiungiamo – precisa Andrea Pecile, altro volto dellamanifestazione – che tutti quelli che negli anni hanno vinto una clanfa saranno chiamati a partecipare».
In attesa di sapere se la notizia avrà un seguito, Manna e Pecile sono stati comunque giurati, insieme ad Andrea Benich, Alberto Krebel, Chiara Vidonis e Barbara Urizzi, giuria caratterizzata da sempre da allegria, morbin e... tentativi di corruzione. Ovviamente in chiave ironica.
Sì perché i giurati valutano i vari aspetti del tuffo, ma anche alcuni simpatici regalini dei concorrenti Qualche esempio? Sono arrivate parecchie caraffe di spritz, birra, vino, e poi uova sode, salsicce, caramelle e gelati. Tutto aiuta a far salire il voto, ma naturalmente il tuffo resta il protagonista.
«Grandissimo entusiasmo anche quest’anno – sottolinea Manna– sia sul fronte della partecipazione della gente in gara sia su quello del pubblico qui all’Ausonia. I concorrenti sono arrivati anche dall’estero. C’è pure chi viene solo per prendere parte alla gara, puntando magari ad arrivare ultimo e portarsi quindi a casa la clanfa di legno. Ogni ambizione va bene».
«L’unica pecca – conclude Manna – è che non è venuto il sindaco Roberto Dipiazza, avremmo voluto vederlo qui insieme alla moglie, per un clanfin beneaugurante prima del matrimonio».
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