Da di Trieste di giovedì 27 luglio 2017
Le Clanfe? «Tutto è nato a Barcola»
Mauro Vascotto: eravamo a fare tuffi fra amici, mi venne l’idea delle Olimpiadi
di Micol Brusaferro
Conto alla rovescia per la decima edizione dell’Olimpiade dele Clanfe, in programma sabato dalle 13 all’Ausonia, un evento cresciuto anno dopo anno per popolarità e partecipazione, un appuntamento goliardico che anche nel 2017 promette di far divertire pubblico, giuria e iscritti. Anima dell’iniziativa da sempre è Mauro Vascotto, presidente dell’associazione SPIZ.
Com'è nata in origine l'idea dell'olimpiade?
Dopo una rimpatriata di vecchi, anche in senso anagrafico, frequentatori del VII Topolino sul lungomare triestino di Barcola. L'afa bestiale aveva fatto sì che invece di ritrovarsi direttamente a cena ci eravamo dati appuntamento lì per "un per de clanfe prima de zena". Mentre ci stavamo tuffando come ragazzini ho pensato che sarebbe stato bello inventarsi una gara di clanfe. Il mattino seguente, in ufficio, ne ho parlato con Diego Ziodato, amico e collega, con cui ci raccontavamo sempre aneddoti sui tuffi triestini sia passati, sia attuali. Lui frequentava assiduamente lo stabilimento Ausonia di Trieste e mi ha messo in contatto con la direttrice di allora che era Cristina Cecchini e che proprio in omaggio a quella prima edizione, quest'anno sarà componente della Giuria. In men che non si dica era nata l'Olimpiade dele Clanfe. Il nome è stata una scelta dettata dallo spirito che volevo avesse la manifestazione e in omaggio alle concomitanti olimpiadi "ufficiali" cinesi.
I tipi più strani che ricordi si siano tuffati?
All'Olimpiade dele Clanfe una parte del punteggio finale è data dalla performance artistica e molte persone puntano a questa per distinguersi e superare in classifica gli altri concorrenti. In perfetta sintonia con l'adagio triestino che recita "se no i xe mati a Trieste no i sta", durante gli anni abbiamo visto di tutto. Ricordo una telefonata di un tizio che voleva tuffarsi con il vespino, poi coscienziosamente modificato in un tuffo più "leggero". Un altro aneddoto simpatico è stato quello di un signore, anagraficamente non più ragazzino ma ancora mulo-mato nell'animo, che dopo che la moglie gli aveva proibito di partecipare le ha mentito su dove andava realmente per venire a tuffarsi lo stesso. Ogni anno seguo passo passo le iscrizioni e leggo i temi dei tuffi e un po’ me li immagino, ma preferisco non sapere troppo per rimanere stupito anch'io quando si presentano sul trampolino, come è successo in questi anni, vestiti da Gollum, o da cuoco che insegue un astice per cucinarlo, oppure da chi sbeffeggia i fatti di cronaca (penso alla diatriba su via Mazzini pedonale) oppure chi riesce persino a costruire un muro di polistirolo per mettere in scena il caratteristico bagno "Pedocin". Voglio anche ricordare il primo emozionantissimo tuffo di Andrea Pisano che nonostante la grave disabilità che lo ha colpito in tenera età ha voluto combattere per partecipare alla nostra manifestazione. Eravamo davvero tutti commossi sia nel vederlo tuffarsi, poi riconoscendogli il coraggio durante le premiazioni.
Come si prospetta la decima edizione per ora?
È un traguardo, un anniversario importante che sancisce il successo della manifestazione. Paradossalmente è stata l'edizione che ha dovuto superare il maggior numero di ostacoli. Da quelli economici a quelli organizzativi. Fortunatamente le capacità e l'esperienza dei soci di SPIZ hanno fatto sì che tanti di questi ostacoli venissero superati agevolmente, ma resta il fatto che sono state spese molte forze ed energie. Fortunatamente la gente ci vuole bene e gli aiuti a volte arrivano proprio chi meno ti aspetti, magari "nonnette" da pensione minima che però trovano 5 euro per aiutarci a coprire i costi. Questa è la parte più emozionante dell'organizzazione. L'amore e la passione del popolo delle Clanfe per l'Olimpiade e per la nostra Associazione che l'organizza.
Sogni nel cassetto per il futuro dell'evento?
Mi auguro ci sia sempre più gente che possa aiutarci nell'organizzazione, possono contattarci attraverso il nostro sito www.spiz.it. Devo ringraziare per la pazienza e il grande amore soprattutto mia moglie Emanuela e nostro figlio Matteo. Anche grazie a loro due è stato possibile che tutto ciò si realizzasse.
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