Da di Trieste di lunedì 19 settembre 2022
Agonisti, amatori, spiritosi: protagonisti e colori della corsa a piedi o in bici sui 2.050 metri, per 326 di dislivello, della ripida Scala Santa
Il concorrente in pile, la “cagoia” e i biatleti: più di 200 per il ritorno della “Rampigada”
L’evento
di Lorenzo Degrassi
Dopo due anni di svolgimento in modalità “virtuale”, a causa delle restrizioni dovute al Covid, è tornata ieri a “vivere” appieno la Rampigada Santa, la corsa organizzata dall’Associazione Spiz assieme al Comune di Trieste con la collaborazione della Società nautica Pullino di Muggia. Teatro dell’evento i poco più di due chilometri di rampa interamente in pavé, dal cuore di Roiano fino all’obelisco di Opicina, con una pendenza media del 16,2%, da percorrere in bicicletta o a piedi. Per uno spettacolo reso tale dai 201 iscritti a un appuntamento che si colloca, per la cronaca, all’interno del calendario triestino della Settimana europea per la Mobilità sostenibile (European Mobility Week). Lo spirito della manifestazione è in effetti lo stesso da 11 anni a questa parte: di goliardia, ma anche di riflessione e di sfida con se stessi, per testare i propri limiti.
Passata la giornata autunnale di sabato, è di nuovo il sole ad accompagnare i partecipanti, tra agonisti e amatori della domenica, con la bici da corsa, con la mountain bike, o semplicemente con le scarpe da ginnastica: tutti appunto con l’obiettivo di misurare la propria condizione atletica e al tempo stesso di divertirsi, insieme ai moltissimi sostenitori presenti lungo il percorso, tra madri di famiglia lì per sostenere e recuperare alla fine della mattinata il marito e i figli, curiosi e appassionati fuori forma, che hanno ripiegato sul sostegno a bordo strada verso chi pedavalava col rapportino o saliva a piedi.
A classificarsi primo nella classifica assoluta, fra i 186 giunti al traguardo, è stato il ciclista Tomaz Cefuta in 11 minuti netti, seguito da Stefano Fatone (a quattro secondi) e Milan Bole. Quarto il primo podista, Federico Cernaz, che ha percorso i 2.050 metri di lunghezza Scala Santa - per 326 di dislivello - in 11’59”. La prima donna a giungere all’obelisco è stata la ciclista Barbara Duse in 15’21”, seguita dalla runner Caterina Stenta a 15’50”. Al terzo posto si è classificata Tetiana Hrodetska, ucraina che vive ormai da anni in città.
Ad attendere i partecipanti - una volta scollinato l’obelisco - c’era il consueto “Villaggio Rampigada”, lo spazio destinato a incontri, dialoghi, consulenze, mercatini, scambi, prove di abilità e gare su rulli, oltre che a cibo e bevande, gestito dall’Associazione sportiva Mladina. A fianco pure l’area dedicata alla promozione e all’educazione alla mobilità e agli stili di vita sostenibili. Presenti nell’occasione, con i propri stand, pure sigle importanti come Agmen, Fai, Lilt, Aido, Feetbike e Cipili.
Tornando alla “Rampigada”, in parecchi si sono cimentati nel “duathlon santo”, che consisteva nel percorrere la salita sia in bici che a piedi. Ancora una volta, fra le donne, a vincere la doppia fatica è stata Caterina Stenta, mentre ad aggiudicarsi il premio tra gli uomini è stato Miran Bole.
Un riconoscimento molto particolare, inoltre, è stato quello destinato ai partecipanti a entrambe le manifestazioni organizzate nel corso dell’anno dall’Associazione di promozione sociale Spiz: la “combinata Spiz” unisce, infatti, le performances all’“Olimpiade dele Clanfe” e alla “Rampigada Santa”. Nella speciale classifica che premia quelli che potrebbero essere definiti degli “ironman” e delle “ironwoman” hanno dominato rispettivamente Mario Tutone e Michela Facchin. Particolarmente sentito anche il “premio cagoia”, dedicato all’ultimo arrivato, che è stato assegnato al partecipante storico Guido Giadrossi, giunto con la sua bici in un’ora e 12 minuti.
La maggior parte dei partecipanti era costituita da podisti (ben 151 su 201), il più piccolo dei quali era un bambino di sei anni che ha preso parte alla gara assieme al suo papà, un finlandese quarantenne presente assieme a un amico americano del Delaware. Fra gli iscritti, la cui maggioranza proveniva ovviamente da Trieste, anche cinque friulani, due emiliani, altri due statunitensi, un campano e un salentino. Pochi, ma coloriti, i partecipanti vestiti in modo vezzoso e “vizzoso”: fra loro un concorrente in pile, giunto al traguardo visibilmente sudato.
La “Rampigada Santa” di quest’anno è stata l’atto finale di una “due giorni” di festa popolare in prossimità dell’obelisco, con una serie di eventi già dal sabato pomeriggio, tra i quali la presentazione del gioco da tavolo “Tachite al tram”, ispirato alla trenovia più amata da triestini e “opicinesi”.—
© RIPRODUZIONE RISERVATA
copyright © 2022 tutti i diritti riservati