Da di Trieste di domenica 29 luglio 2018
In scena all’Ausonia l’undicesima edizione delle Olimpiadi
Il re del 2018 è Luca Bernes, la regina Eleonora Denich
I 160 delle Clanfe tra improbabili tuffi goliardate, piroette e molto spritz bianco
IL RACCONTO
di Francesco Cardella
Un gioco che nel complesso funziona ancora, navigando tra colore, goliardia e spunti tratti dal vernacolo della “triestinità” a buon mercato. Tutto questo nel canovaccio delle “Olimpiadi delle Clanfe”, la manifestazione a cura dell’Associazione Spiz, andata in scena ieri allo stabilimento Ausonia per l’edizione numero 11.
Oltre 170 gli iscritti, 160 quelli entrati poi in lizza e forse diminuito il clamore di stampo carnevalesco che aveva caratterizzato le precedenti annate, specie quella dello scorso anno legata al decennale. L’impianto tuttavia regge, giocato su una festa che potrebbe essere allestita soltanto a Trieste tra il caldo di una estate a singhiozzo, dove l’arte di dipingere in volo da un trampolino è un tuffo volutamente sconnesso ma efficace, in grado di regalare la fatidica “skizzada”. Regole chiare, indissolubili. Sì, perché alle “Olimpiadi delle Clanfe” è possibile quasi tutto per i ladri di piroette da un trampolino, come legittimare il doping sotto forma di spritz bianco, avere persino un sacerdote in giuria – Don Davide Chersicla, qui a celebrare i dieci anni dei “Sardoni Barcolani Vivi” – oppure accarezzare le tonalità “kitch” e farne parodia, citando ad esempio Donald Trump, Superman, i Cugini di Campagna, senza contare l’omaggio a Cristiano Ronaldo, offerto dai piccoli juventini Mattia e Leo, e quello tributato alla Pallacanestro Trieste, con il cartello “Skizzemo ALMAssimo!” .
Una carnevalata estiva dunque ma che non che ha lesinato spunti distanti dalla goliardia ma ancor più intensi. Vedi il ricordo tributato a Majk Radulovic, un fedelissimo delle Olimpiadi delle Clanfe, scomparso lo scorso autunno in seguito ad un incidente in moto, oppure l’ennesima partecipazione di Andrea Pisano. Quest’ultimo merita un plauso particolare. La sua disabilità non lo ha mai tenuto lontano dalla prima linea, nemmeno di una competizione dai toni leggeri come le “Clanfe” e ieri ha voluto ribadirlo nei fatti, travestendosi tra l’altro da improbabile hawaiana e aprendo nuovamente la serie dei tuffi, vincendo a modo suo anche quest’anno.
A proposito di vincitori. Nonostante rappresentino alla fine una nota quasi a margine, di fatto esistono. Il Re delle Clanfe 2018 è Luca Bernes, la Regina è Eleonora Denich, il Premio Morbin va alla Clapa Araketoki, mentre il Premio Speciale Spiz è stato assegnato alla memoria di Majk Radulovic. L’Oscar più ambito? Paradossalmente forse è proprio la “Clanfa di Legno”, ovvero dove stile, forma e “skizzada” del tuffo entrano sotto la voce “Il peggio di”, traguardo niente male raggiunto da un ispiratissimo Guido Giadrossi. Nell’album d’oro delle “Clanfe 2108”, tra le varie categorie entrano anche Veronica Blaskovic (6 anni) Ryan Saksida (4) Marisa Marchesi, Claudio Sterpin (79 anni) Alessandro Labinaz, Massimiliano Di Donato, Manuel Luca, Rosario Panteca, Andrea Saksida, Alessandro Ramani e Lorenzo Barbaria.–
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NOTA:
L'articolo appare scritto con sufficienza e con una nemmeno tanto celata critica e avversità. Sembra più la recensione di uno spettacolo teatrale che il resoconto di una vera e propria gara di tuffi inserita in una grande festa tra 3 generazioni di triestini e non. Frasi come "Un gioco che nel complesso funziona ancora" oppure "forse diminuito il clamore di stampo carnevalesco che aveva caratterizzato le precedenti annate" o ancora "L’Oscar più ambito? Paradossalmente forse è proprio la “Clanfa di Legno”" denotano una totale estraneità all'evento e alle sue mille storie e sfaccettature. Nessuno al mondo vuole vincere la Clanfa de Legno!!! O meglio, il solo caro affezionato Guido Giadrossi ha voluto fare apposta una clanfa orribile per potersi presentarsi alla Rampigada Santa con il titolo di maglia nera delle clanfe. Nell'articolo del giorno precedente (sabato 28 luglio 2018) il sottotitolo recita addirittura "zero atletismo nella gara di oggi", che la dice lunga sulle reali conoscenze della tecnica di esecuzione di un kamikze, un tajaerba o una bomba americana. Il titolo, poi, contiene una frase, "E MOLTO SPRITZ BIANCO", che fa sembrare la manifestazione un raduno di beoni alcolizzati, quando invece, il 50% dei partecipanti è minorenne, e ovviamente di spritz bianco non vede neanche l'ombra. È si vero che in Giuria vengono portati alcolici per la faccenda della "scimiottata" corruzione, ma è altrettanto vero che affermare che la manifestazione sia inondata col vino bianco ci sembra una maldicente distorsione della realtà. Inoltre, nonostante abbiamo comunicato per tempo tutti i nomi, tutti i premiati e tutte le classifiche, sono stati omessi gran parte dei risultati, o proposti in maniera parziale, e alla fine risulta persino sbagliato un banale copia e incolla. Per esempio, Luca Benes è diventato Bernes. A riprova di questo pressapochismo, l'occhiello non è altro che un copia e incolla di un pezzo di articolo, peraltro con gli stessi errori e refusi. Voto: 4-.