Da
di Trieste di sabato 8 novembre 2014
Sport, cambiano le regole per i certificati medici
Esami obbligatori, prescrizioni più rigide anche per l’attività non agonistica
Mancato rispetto della norma, responsabilità penali per i presidenti delle società
di Luca Saviano
Il certificato medico di “sana e robusta costituzione”? Mandato in pensione dal decreto ministeriale Salute dell’8 agosto scorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18 ottobre. Le linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva rivoluzionano il mondo dello sport non agonistico: un esercito di appassionati che si dividono fra campi da tennis, palestre e campi di calcetto. Trieste da sempre è ai vertici della classifica che considera le città italiane più votate alla pratica sportiva. Lo sanno bene i medici di base, spesso tempestati da richieste di certificati medici che attestino l’idoneità a una pratica sportiva non agonistica, svincolata da classifiche e inquadrata nel concetto di pratica “ludico-motoria”. Questi certificati finora venivano rilasciati il più delle volte dopo una visita sommaria che non prevedeva alcun esame specifico, ma solamente un’anamnesi, l'ascultazione del cuore e, tuttalpiù, la misurazione della pressione arteriosa. Un timbro, una firma e via.
Dai primi di novembre invece quella che ai più sembrava una formalità diventa un obbligo di legge, con precise responsabilità penali in caso di incidenti. A spiegarlo è Paolo Bergagna, presidente dell’associazione Medici sportivi della Venezia Giulia e medico federale nazionale della Federazione italiana gioco calcio. «L’Italia è la prima nazione al mondo quanto a tutela sanitaria di chi pratica attività sportiva - dice - e questo decreto rafforza ulteriormente il concetto di medicina preventiva. Ogni singola federazione disciplina i limiti, spesso di età, oltre i quali la pratica sportiva diventa agonistica. In questo caso rimane obbligatorio sottoporsi a visita medica in specifiche strutture sanitarie (a Trieste il Centro cardiovascolare e la Casa di cura Salus, ndr), o da specialisti in medicina dello sport». La visita è gratuita per i minorenni, per i maggiorenni il costo della prestazione si aggira sui 50 euro. Elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo, spirometria ed esami delle urine sono peraltro un utilissimo screening.
Cosa cambia invece nel caso della pratica di un’attività sportiva non agonistica? «Il medico - specifica Bergagna - oltre all'anamnesi e al controllo della pressione arteriosa deve disporre di un elettrocardiogramma a riposo, refertato, effettuato almeno una volta nella vita. L'esame deve avere cadenza annuale dopo i 60 anni d’età». Possono rilasciare il certificato, oltre agli specialisti di medicina sportiva, solo i medici di base o i pediatri che hanno in carico la persona oggetto della visita. Anche l’ora di tennis con l’amico sarà vincolata al rilascio di adeguata certificazione medica, nel caso molto frequente che il circolo di tennis sia affiliato al Coni o alla Federazione nazionale.
«In caso non venga rispettata tale normativa - ammonisce Bergagna - a rispondere penalmente in caso di incidente verrà chiamato il presidente della società o del circolo in questione, oppure il medico inadempiente ».Enel caso delle palestre non affiliate al Coni o ad altre federazioni? «Il certificato medico diventa indispensabile anche ai fini assicurativi, per cui credo che si adegueranno alle nuove normative anche coloro che potrebbero farne a meno».
Luca Saviano
I COMMENTI
I circoli alle prese con la nuova legge
«Nessun giocatore è disposto a spendere 40 o 50 euro per farsi fare la visita medica». Claudio Saccari, presidente del Coppa Trieste, torneo di calcio amatoriale tra più vecchi d’Italia, non ha dubbi. Ha studiato a fondo la nuova normativa ed è sicuro che non incontrerà i favori dei praticanti non agonisti, quelli che vedono nella partitella fra amici una valvola di sfogo e un’occasione per mantenersi in forma. Questi, fino a oggi, si limitavano a portare il vecchio certificato di sana e robusta costituzione. «A Trieste sono quasi 4mila le persone che gravitano attorno a questo tipo di tornei - precisa Saccari - . Chi ha legiferato non conosce a fondo questa realtà. Troveremo un medico con cui convenzionarci, così che la visita medica sia effettuata a un prezzo calmierato. Resta però che come organizzatore non ho l’obbligo di chiedere una copia del certificato medico, mi basta che l’atleta dichiari di aver fatto la visita». Più di qualcuno teme le possibili conseguenze in caso di inadempienza. Alessandro Candiani, presidente dell’Associazione tennis Opicina, non intende assumersi responsabilità: «Negli anni ’80 mi è capitato di vedere un tennista colto da infarto mentre effettuava alcuni scambi con un amico - racconta - . Ci adegueremo, anche perché quando si parla di salute la prudenza non è mai troppa». All'Aquarium di via Coroneo, una delle palestre storiche di Trieste, non sembrano preoccupati. «Lavoriamo per il benessere del cittadino - spiegano i responsabili - non possiamo che salutare positivamente una legge che incrementa la tutela sanitaria di chi pratica un’attività sportiva, anche se non in chiave agonistica. Si tratta anche di aumentare la consapevolezza delle persone sulle proprie condizioni di salute».
(lu.sa.)
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