Dal di mercoledì 24 giugno 2015
La storia
di Giusi Fasano
«La sfida del pugile ai bulli che occupano la spiaggia di Trieste»
L’invito del campione alle famiglie: «Manifestate con me contro le prepotenze»
Al ventesimo minuto della telefonata Fabio Tuiach ripesca un pezzo del suo passato: «Da bambino ero timido e insicuro, subivo il comportamento dei bulli. Poi a 16 anni sono andato in palestra di pugilato e con mia grande sorpresa mi sono accorto che picchiavo più degli altri. Così le cose sono cambiate... Oggi questi teppistelli mi fanno ridere, non riesco proprio ad avere paura dei bulli».
Un quintale scarso per un metro e novanta di altezza, Fabio dice di sé: «Ho 35 anni, due bambini e un terzo in arrivo. Fino all'altra settimana ero campione d’Italia dei pesi massimi. Poi ho perso ai punti rimettendoci il titolo, con un verdetto secondo me non giusto ma fa niente... fa parte dello sport».
Della vita, invece, fanno parte gli spacconi di quartiere, i ragazzetti un po’ vandali, attaccabrighe e prepotenti che lui non vorrebbe vedere mai sulla stessa strada dei suoi due bambini, una femmina di otto anni («dolce e tenera», dice) e un maschio di 11. «Ecco. È per loro che domenica vado a riprendermi i Topolini. Vediamo se qualcuno viene a fare l’aggressivo con me...».
Un po’ di chiarimenti. Fabio è un pugile professionista cresciuto a pane e pugni nella sua città natale, Trieste. Topolini è il nome di uno stabilimento balneare attrezzato e gratuito sul lungomare della frazione di Barcola e domenica sarà «il giorno dell’occupazione», per dirla con le sue parole: decine e decine di famiglie, la sua in testa, passeranno la giornata intera sul lungomare di Barcola. E infine: i bulli che non spaventano il nostro pugile dovrebbero essere giovani kosovari, ragazzi che vivono in città e che avrebbero fatto dei Topolini una sorta di territorio off-limits per i coetanei triestini. Avrebbero. Perché di prove provate non ce ne sono. Niente denunce, nessuna inchiesta su episodi specifici né dichiarazioni di testimoni sulle presunte angherie subite dai ragazzetti triestini.
Che in città ci siano bande organizzate di adolescenti pronti allo scontro fra loro è provato da una recente rissa che qualcuno ha documentato scattando foto da un telefonino e che quindi, con tutta probabilità, porterà a nomi e cognomi da iscrivere nel registro degli indagati. Uno sguardo di troppo verso una ragazza, pare. Una lite fra un gruppetto di kosovari e uno di serbi, un pugno in faccia e qualche minaccia... Ma i legami fra quegli adolescenti rissosi e i gruppi di ragazzi che vivono i loro pomeriggi fra gli spogliatoi dei Topolini, sono tutti da verificare.
«I nostri ragazzini non vanno più ai Topolini perché lì ci sono quelli che li trattano male » si è convinto Fabio Tuiach prima di lanciare via facebook l’idea di «riprendersi i Bagni e la Barcola» con l’occupazione simbolica di domenica prossima. «Dicono che siano kosovari ma poco importa da dove vengano. Io non li ho mai visti con i miei occhi ma quello che si dice in giro è che molestano le ragazze e picchiano i ragazzi, li buttano in acqua, quel posto è diventato il loro territorio. La mia proposta è riprenderselo con una bella giornata di mare da passare con le nostre famiglie. Vedo che è piaciuta, mi ha scritto tutta Trieste, credo che domenica saremo migliaia».
E se arriva qualche ragazzino bellicoso?
«Beh, io non credo che davanti a noi adulti arriverà qualcuno che vuole fare a pugni, e poi l’ho detto e lo ripeto: sarò lì con la signora Tuiach e i miei bambini, niente razzismo e niente bandiere. Sarà un segnale per la nostra città, servirà per ritrovarci e non per accendere gli animi».
Una sfida pacifica, almeno nelle intenzioni. Così giura anche Mauro Vascotto, presidente di Spiz, associazione di promozione sociale che domenica, ai Topolini, arriverà con guanti da lavoro, pagliette d’acciaio, bicarbonato... e cioè il necessario per provare a ripulire le scritte dei vandali dagli scogli, dalle docce, dalle pareti dello stabilimento balneare. Spiz si è organizzata in autonomia e non segue l’invito del pugile, ma come lui premette che «non c’è una questione anti-kosovara», che semmai «si tratta di una giornata contro le prepotenze ». Sperando che i prepotenti stiano lontani.
Giusi Fasano
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