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"Steno, Gigetto, Toci, Oidecani, Eugenio, Vincenzo, Scarpa, Pipi op là! in acqua, in acqua! Oggi si combatte per l’onore del club «Dagli!».
Schizza il mare a ondate quando il «Dagli!» si butta a testa giù dalle palafitte. Il panciuto col cappello di paglia stinta che prima d’adagiarsi nell’acqua bagna igienicamente l’ombilico e la fronte, scappa via impaurito dal nostro tuffo. Scappan via tutti i pacifici bagnanti dalla
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zattera, dalla corda, dal trampolino, perchè nessuno sa dove oggi il «Dagli!» ha deciso di domiciliarsi, nessuno sa che nuova invenzione porta oggi il «Dagli!» mentre si tuffa ridendo dalle palafitte.
Il mare schizza di gioia, e spuma. Chè il mare non ama il lento arranchìo asmatico dei vecchi, lo sbattacchìo affannoso degli inesperti. Ama il mare d’essere tagliato, battuto, disfatto da gambe muscolose e braccia bronzine. Ama la serena irrequietezza della gioventù, che lo penetra in tutti i sensi ridendolo, bevendolo, sprizzandolo dalla bocca in lunghi zampilli. Ama i freschi occhi spalancati in corsa tra le profondità e l’alighe.
Avanti delfinotti! Oggi si combatte per l’onore del «Dagli!». Perchè il «Dagli!» domenica scorsa, buttandosi giù a gnocco in fila ordinata dalle palafitte, spruzzò allegro le nude corpora dei conti e signori tedeschi che non lo lasciarono passare, seccati, l’angolo delle palafitte. Protestarono a terra, e il direttore minacciò d’impedire il bagno al «Dagli!». Oggi è giorno di vendetta.
Le ondate si gonfiano da Salvore per far più turbolenta la battaglia. I signori tedeschi sono in acqua e procedono ridendo ironici nei loro mustacchi. Ah, ah! ― uno ha la reticella sul labbro superiore per tener assettato il diritto mustacchio. Dagli, dagli!
― In semicerchio! Schizzo lento e stretto! Mirare gli occhi! Procedere in ordine, serrando. ― E rispondemmo al nostro capo: ― Dagli!
Codeste sono le schizzate dei tedeschi! Flosce e piatte come carnume di medusa. Ma queste del «Dagli!» van
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dritte e elastiche come colpi di fionda. Aspra salsedine nelle pupille bionde dei tedeschi!
― Attenti! Serrare! ― Chè il nemico smaniante si butta addosso ai nostri primi e li affonda. Dagli! dagli! dagli! Giù. Sento sul collo l’unghiata di rabbia del tedesco setoloso e l’acqua che si rompe sotto il mio corpo. Tocco fondo. Due gambe mi tengono fisso quaggiù. Il mare turbina. M’accuccio, agguanto una gamba, e giù te, porco! ― Viva il Dagli! Da’!
Giù. Su. Dagli, dagli!
― Al largo! ― Steno è sparito dopo aver gridato l’ordine. Noi sappiamo perchè. D’improvviso uno dopo l’altro i tedeschi rapidissimamente piombano in fondo, tirati da qualche polipo mostruoso. ― È Steno! Viva Steno! Dagli!
Ora li massacriamo. Metri d’acqua si rovesciano sulle bocche affannose. Gli occhi biondi non vedono più. Si voltano e fuggono. E ora comincia il colpo della ritirata. Steno l’ha inventato, perchè il «Dagli!» non può dar quartiere prima della sponda.
Freddo, calmo, metodico colpo di ritirata! I tedeschi fuggono, ma uno per uno li stiamo dietro le spalle, e scattando nell’acqua con i piedi ci rovesciamo giù a braccia larghe intorno al loro capo. L’acqua aguzza rompe nell’orecchie, negli occhi, nella bocca, nel naso. Il tedesco respira. E sciampf! nella bocca aperta. E sciampf! negli occhi brucianti. Nelle sorde orecchie. Sciampf! Sciampf!
Viva il «Dagli!».
Chi resisteva al «Dagli!», amici d’una volta? Chi era capace di stare sott’acqua come Toci, quando il
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barbuto Calligaricicich cercava di affogarlo con dieci, venti tocciade consecutive? ― Ed egli gli respirava in faccia: ― cih, cih, cich, ― e rispariva. Chi sapeva dar schizzata più tagliente di Vincenzo? Era come una fiatata di mostro marino la mezzaluna di mare che balzava su, sotto le sue mani a cuneo rovesciato. E Steno notava sott’acqua per un minuto, e Pipi era come un piccolo pescecane predace.
E se uno di noi cedeva nella lotta, per sette giorni doveva passare attraverso il fuoco di fila dei compagni. Perchè il «Dagli!» era una società con leggi severe, e nessuno s’arrischiava di disobbedire al nostro capo.
Ora Steno, il nostro capo, è morto. Era un professore che s’è ammazzato, nevrastenico.